Solidarietà cinese?
In questi giorni di oscurantismo e di grande allarmismo a seguito della Pandemia di Coronavirus (Covid-19), che ha colpito l’intero pianeta, la Cina si è mostrata assolutamente incline ad una specie di solidarietà, quasi come un senso di colpa dovuto ad un atto di negligenza che oggi sta uccidendo migliaia di persone in tutto il mondo.
Sicuramente non è mia intenzione aggiungere altro allarme, quanto stiamo vivendo in questi giorni è già grave e non serve buttare benzina sul fuoco, ma vorrei invitare tutti ad una profonda riflessione in merito ad alcuni eventi, concatenati e discutibili, che hanno messo in allarme l’Intelligence di diversi paesi.
Partiamo dal fatto che quando si fa un’analisi riguardo ad un evento e al contesto sistemico dove lo stesso si sviluppa, si tende ad analizzare proprio gli scenari peggiori, ma in questo caso partirò dall’analizzare un fattore di innesco e di responsabilità del suddetto evento.
Esistono alcune importanti coincidenze da analizzare e prendere in considerazione, legate agli eventi che stiamo vivendo in questi giorni, che mi hanno fatto subito venire in mente una specifica attività di manipolazione collettiva con terzi fini.
Analizziamo quanto accaduto in Cina con l’emergenza del Coronavirus, e faccio una domanda: quanto accaduto potrebbe essere usato come un’attività di manipolazione o di guerra non ortodossa? Sì, l’obbiettivo? Prefiggendo di colpire il nemico, utilizzando un elemento capace di indebolire o distruggere quell’architettura del sistema finanziario, con l’introduzione di un virus biologico attivabile in un determinato momento d’interesse.
Pensiamo come il Coronavirus potrebbe essere usato creando delle situazioni di vantaggio da una crisi pianificata. Immaginiamo che il Coronavirus potrebbe essere utilizzato per manipolare il prezzo degli alimenti nel mondo, come fu fatto durante la ‘’Peste suina’’, un momento storico come questo in cui il governo cinese era in affanno riguardo al rifornimento di alimenti e, nonostante ciò, la crescita economica non è stata mai colpita.
La Cina sta cercando di controllare l’inflazione dopo che ha accelerato l’aumento del prezzo della carne e dell’olio di soia, che in questo momento sono scarse.
L’aumento della domanda avrebbe conseguenze catastrofiche per un governo in difficoltà.
Per questo motivo le agenzie d’intelligence di 22 paesi stanno investigando su quanto sta accadendo in questi giorni.
Il comportamento della Cina è strano, basti pensare che quando si sono create delle tensioni con gli USA, ha preferito isolare il suo unico fornitore di soia, per coincidenza in questo stesso momento si diffonde la peste suina, che dimezza la maggior parte dei suini a livello mondiale e non solo, riducendo drasticamente il consumo di sfarinati derivati dalla soia.
Questo accade in un momento storico in cui la Cina cerca di controllare l’inflazione, si propagano strane epidemie.
Come in questo caso con l’epidemia del Coronavirus, il governo cinese sospende le commemorazioni del capodanno cinese, obbligando la popolazione a restare in casa esattamente in un periodo dell’anno in cui il consumo degli alimenti aumenta vertiginosamente.
In questo stesso momento speculatori finanziari legati alla stessa Cina, ottengono guadagni incredibili sfruttando la caduta del prezzo delle comodities, ma anche con le opportunità di acquisto che questa situazione genera.
Basti pensare che con due azioni speculative, una legata alla morte di uno dei leader iraniani (Suleimani) e la seconda con la pandemia del Coronavirus, il prezzo del petrolio è caduto quasi del 20%.
Nel 2004 la Cina annuncia al mondo il rischio di un’epidemia di influenza aviaria (H5N1), infettando diversi paesi dell’Asia, ma, nonostante ciò, l’economia cinese non viene assolutamente attaccata. Il PIB cinese che nel 2003 era dell’8%, ha avuto un una crescita nel 2004 del 9%, continuando a crescere negli anni seguenti.
Nel 2009 sempre la Cina informa il mondo dell’influenza suina, e, nonostante ciò, l’economia cinese non viene assolutamente intaccata.
Basti pensare che nel 2009 il Pib è ancora in crescita fino ad arrivare al 9,1% e nel 2010 supera il 10%. Dopo circa otto anni un altro virus attacca la Cina, la peste suina africana, che fa strage di suini, riducendo nuovamente il consumo di sfarinati di soia, giustamente nel momento che entra in contrasto con il governo di Donald Trump, perdendo il suo unico fornitore di soia: gli USA.
Anche questo episodio non ha pregiudicato assolutamente la crescita economica della Cina.
Nel 2018-2019 mantiene lo stesso livello di crescita economica degli anni passati senza perdere nessun tipo di tenuta.
Esistono operazioni di speculazione economica nel settore finanziario, dirette dalla Cina per avere alti guadagni e per comprare alimenti ad un prezzo più basso, controllando l’inflazione.
Questo permette ai cinesi di influenzare e far cadere i prezzi di ciò che gli altri paesi producono.
La Cina ha bisogno di programmare i propri acquisti con almeno 4 mesi di anticipo per evitare un aumento esponenziale dei prezzi.
L’economia cinese non sarà intaccata dal Coronavirus, alcuni esperti parlano già di una ripresa del 3% entro Giugno, in virtù del fatto che mentre tutti sono fermi, loro saranno in movimento, con quella spinta e ritmi insostenibili da parte di nessun paese occidentale.
Sicuramente la manipolazione di certi equilibri finanziari e sociali a livello internazionale può disorientare i competitors, che potrebbero non interpretare quanto sta accadendo, soprattutto non avendo una chiara idea di cosa sta accadendo.
Non può essere assolutamente sottovalutato il fatto che la pausa forzata di determinati settori dell’economia occidentale potrebbe provocarne la cessazione definitiva, obbligando operazioni di nuova delocalizzazione verso paesi ad economia forte o almeno stabile. Immaginate voi, dove?